MALATTIE PSICOSOMATICHE

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Se, infatti, la mente, o psiche è, secondo la definizione del dizionario, il complesso di alcune proprietà caratteristiche dell’uomo, come la coscienza, l’intelligenza, la memoria, l’affettività, allora, per me medico, non può non risultare evidente che tali “proprietà caratteristiche dell’uomo” altro non siano, che il frutto sublime, l’espressione mirabile, dell’attività del Sistema Nervoso Centrale, del Cervello, per intenderci, di un organo fisico, come tutti gli altri, anche se, rispetto agli altri, estremamente più complesso, affascinante e misterioso.

Di un organo, abbiamo detto, e quindi del soma, del corpo.

Viene così a cadere la dicotomia, il dualismo soma-psiche. La psiche, come fin qui intesa, altro non è che soma anch’essa, anzi, meglio detto, il prodotto dell’attività di una parte estremamente raffinata e complessa del soma, il cervello.

Con questo voglio affermare che le malattie psicosomatiche, dopo anni ed anni di onorato servizio, non esistono più, vanno in pensione, sono abolite, vengono cancellate con un tratto di penna, (ideale, naturalmente)?

Certamente no, ma ritengo che, per correttezza e chiarezza ideologica, esse non possano essere più considerate come la linea di confine, o l’anello di congiunzione tra psiche e soma, ossia la dogana, ove la psiche mostra la sua potenza, influenzando negativamente il povero soma, da lei irrimediabilmente separato, quanto piuttosto come un capitolo particolare delle patologie del corpo, o soma, ove organi prima sani, cessano di funzionare bene e regolarmente, o addirittura si ammalano, a causa degli influssi e delle influenze negative che ha su di loro il Sistema Nervoso Centrale, quando esso stesso è alterato, in varia misura e con varia gravità.

Tutti coloro che, come me, sono stati studenti, ricorderanno certo le corse al bagno in prossimità, o procinto di un’interrogazione, o peggio di un esame. A tutti noi era chiara ed intuibile facilmente, la relazione, la connessione, tra l’ansia che da giorni ci attanagliava, la paura dell’esame e ……la conseguente corsa al bagno.Ho lasciato appositamente per ultima la considerazione di uno degli organi più facilmente dimenticati nel discorso psicosomatico, almeno nell’immaginario collettivo e invece, uno dei più colpiti, se non addirittura il più colpito da patologie di questo tipo: la cute.

A livello cutaneo si manifestano, infatti, un gran numero di affezioni che riconoscono in toto, o in parte, un’origine psichica; Ricordiamo tra queste le più comuni: varie forme di pruriti, l’iperidrosi (eccessiva sudorazione) eczemi e soprattutto la psoriasi.

Al termine di questo lungo discorso, chi ha avuto la bontà di leggerci fin qui potrebbe legittimamente chiederci: “Se l’origine comune di tali malattie psicosomatiche è da ravvisarsi in un’influenza negativa del Sistema Nervoso Centrale, allora perché, in alcuni soggetti, tale negativa influenza si esplica a carico dell’apparato digerente, in altri a carico del sistema endocrino, o cardiovascolare, o respiratorio? In altre parole perché la stessa influenza del Sistema Nervoso si manifesta, in ciascun paziente, a carico di organi così diversi l’uno dall’altro?

Purtroppo, come spesso avviene in Medicina, la risposta non è di certezza, ma solo di probabilità, o addirittura di possibilità.

Si pensa, infatti, che esista una sorta di predisposizione genetica, la quale fa sì che influenze nervose, si manifestino a carico di un organo piuttosto che di un altro, così come s’ipotizza anche, in ciascuno di noi, una preesistente minor resistenza alle malattie di un organo, rispetto agli altri.

Non mi sembra, invece, assolutamente plausibile, ma è un mio parere, l’ipotesi, di marca psicoanalitica, del “linguaggio d’organo”, secondo la quale, la malattia psicosomatica, insorta a causa di un conflitto interno non risolto, “sceglierebbe” di esprimersi attraverso un organo, piuttosto che un altro, secondo un criterio simbolico, per cui l’organo colpito rappresenterebbe, attraverso la propria specificità, il “simbolo”, il “portavoce” appunto del conflitto non risolto.

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